Qualche mattina fa, sceso dal cinquantotto, immersomi in un’aria di latte – questo sembrava la nebbia – vidi un corvo con una ghianda in bocca. Era su un lampione, in cima, che cercava di rompere il guscio col becco. Poi fece un balzetto in avanti, buttando la ghianda giù, sul marciapiede. Lo fece due volte. È così che capii definitivamente l’inconsistenza e l’inutilità della specie umana, il fatto che potrebbe esserci o non esserci e niente, neanche un piccolo atomo in questo universo, in questi universi, la rimpiangerebbe.
E non è un discorso etico, non siamo buoni o cattivi abitanti della terra, semplicemente siamo superflui.
Costruiamo cose, proviamo sentimenti, studiamo, scriviamo, scriviamo su un blog, scriviamo su un blog che siamo esseri inutili, e tutto questo che senso ha nell’economia dell’esistenza?
E non è un discorso teologico, che ci sia o meno una retribuzione per le nostre azioni, che ci sia un creatore/giudice/arbitro/guardalinee/teleologo, cosa apporterebbe questo? Saremmo o no, comunque, corpuscoli che vagano e si agglomerano e si disgregano?
Proviamo piacere per alcune cose, la lettura, il sesso, il cibo, il divertimento, l’arte, l’ozio, la pace. Cose che iniziano e finiscono, e se non ci sono è tutto brutto, e se ci sono ci illudono che potrebbero sempre esserci.
E non è un discorso estetico, perché non è vero che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace” e non è vero che è “meglio aver amato e perso che non aver mai amato”; questi sono tutti protocolli scatologici a tempo limitato.
E men che meno è un discorso esistenziale, perché io ne faccio mai, di discorsi esistenziali.
È che non avevo ancora preso il caffè, quella mattina.
E non è un discorso etico, non siamo buoni o cattivi abitanti della terra, semplicemente siamo superflui.
Costruiamo cose, proviamo sentimenti, studiamo, scriviamo, scriviamo su un blog, scriviamo su un blog che siamo esseri inutili, e tutto questo che senso ha nell’economia dell’esistenza?
E non è un discorso teologico, che ci sia o meno una retribuzione per le nostre azioni, che ci sia un creatore/giudice/arbitro/guardalinee/teleologo, cosa apporterebbe questo? Saremmo o no, comunque, corpuscoli che vagano e si agglomerano e si disgregano?
Proviamo piacere per alcune cose, la lettura, il sesso, il cibo, il divertimento, l’arte, l’ozio, la pace. Cose che iniziano e finiscono, e se non ci sono è tutto brutto, e se ci sono ci illudono che potrebbero sempre esserci.
E non è un discorso estetico, perché non è vero che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace” e non è vero che è “meglio aver amato e perso che non aver mai amato”; questi sono tutti protocolli scatologici a tempo limitato.
E men che meno è un discorso esistenziale, perché io ne faccio mai, di discorsi esistenziali.
È che non avevo ancora preso il caffè, quella mattina.
Però, giusto per farti un esempio, se non fossi esistito tu e magari non avessi non preso il caffè, chi avrebbe visto il corvo? Praticamente la tua (nostra) esistenza giustifica quella del corvo (dei corvi), quindi se tu non fossi esistito (l'uomo non fosse esistito) il corvo (i corvi) non avrebbe (avrebbero) senso. La tua (nostra) non esistenza avrebbe legittimato la non esistenza del corvo (dei corvi) e così via all'infinito.
RispondiEliminaIn pratica non abbiamo senso, ma senza di noi non esisterebbe nulla. Il nostro senso è non avere senso.
hai ragione su tutta la linea, e infatti meno male che alla fine quel caffè l'ho preso, se no ai piani alti del cosmo sai che casini.
RispondiEliminaIo senza il caffè del mattino sbatto la faccia contro le pareti come un'allodoletta ubriaca - non parlatemi prima d'avermi dato una tazza di caffè americano zuccherato e con un goccio di latte freddo (starei per dire "a parte" per citare Meg Ryan, ma non intendo esagerare...). Questo detto, ho un adesivo in camera da letto che recita "There's certainly no God, so stop worrying and enjoy life". Amen! E goditi la giornata di domani, tanto per cominciare.
RispondiEliminaA volte incontri inaspettati con cose, animali (il corvo) etc. sollecitano pensieri inconsueti... resto sempre meravigliato quando questo accade.
RispondiElimina@ Minerva: il caffè è l'unica sostanza che davvero mi da dipendenza. E si vede! Lo bevo in tutti tutti tutti i modi, basta che sia amaro.
RispondiEliminaSe esista o meno Dio non so dirlo, diciamo che in ogni caso la cosa non mi tange più di tanto, come ho scritto non cambia le carte in tavola!
@ Humani Instrumenta Victus: a me gli altri esseri viventi fanno questo effetto spesso, mi fanno saltare bizzarre comparazioni con noi. Tranne quando me le ritrovo nel piatto, in quel caso mangio senza troppo pensarci.
E io che non bevo caffè?
RispondiEliminaChe tristo destino mi attende! :)
Non sarà nessuno di quei discorsi, ma in questo breve post tocchi ognuna (o, perlomeno, molte) delle questioni che toccano l'uomo, più o meno da vicino, più o meno sentitamente.
RispondiEliminaIl mondo esiste perché noi lo percepiamo. E come la mettiamo col fatto che questo mondo continuerebbe ad esistere anche senza di noi?
L'uomo è solo un granello di polvere per l'economia cosmica?
E se l'uomo è davvero così minuscolo, come fa ad avere ego così estesi?
In fondo, c'è chi ritiene che l'uomo abbia addirittura generato Dio.
A volte, spesso, la filosofia è davvero un contorto discorso che si contorce su se stesso.
Per esempio, sono sicura che si potrebbero trascorrere le giornate a discutere di queste tematiche etiche/esistenzialistiche/morali (e non). Cambierebbe qualcosa? No.
Però, insomma, io penso che il caffè sia sempre una buona idea, corvi o non corvi ;)
@OrsaBIpolare: http://arabicafenice.altervista.org/arabica_fenice/arabica_fenice___dove_files/Arabica_fenice_01.pdf , pagina 19, la vignetta ;)
@ OrsaBIpolare: Caina t'attende! Bè, avrai pure qualche sostanza che crea dipendenza, no? Sostituisci e il gioco è fatto ;)
RispondiElimina@ Your Noise: Si, le questioni che toccano l'uomo sono quelle lì, ma tanto che se le faccia o meno non cambia nulla. E non parlatemi del progresso, chè per me dopo l'invenzione dell'espresso (si noti la raffinata rima) tutto il resto è merda
Io sono sempre più fermamente convito che l'uomo, nel cammino della sua esistenza, abbia avuto solo un gran culo... Perdonami il francesismo, oggi sono sboccato. :P
RispondiEliminaE, comunque, mai saltare il caffè, soprattutto a quell'ora! ;)
un gran gran culo senza dubbio. Oddio, culo. Dipende dai punti di vista ;)
RispondiEliminaCorvo rules
@ Your Noise
RispondiEliminaGrazie per la vignetta:)
Comunque finire all'inferno mi è sempre sembrato più divertente.
@ Cawarfidae
No,nulla, ho eliminato anche l'alcol.
Così, solo per due secondi volevo fingere di essere esente da dipendenze.
La sigaretta (soprattutto della mattina) invece impera!
Ma anche dopo averla fumata continuo a pensare che siamo tutti superflui, com'è? ;)
mmm non penso di poter tollerare la presenza di gente troppo sobria su questo blog. Comunque a volte anche dopo il caffè rimane il pessimismo cosmico, anzi ci sono volte che è proprio il caffè a renderti consapevole.
RispondiEliminaIl caffè da, il caffè toglie.
Lunga vita al caffè.
Non preoccuparti per quello, ho un passato che garantisce ancora i postumi! :)
RispondiEliminamolto bene, quindi potrai capirci. Oddio, non che noi siamo davvero così dipendenti (ok, frase cretina, la direi anche se lo fossi [e quindi lo sono?!]). Conserva il ricordo (direi che basta abbondantemente quello) di cosa voglia dire essere dipendente, sono le cose che nella vita fanno la differenza.
RispondiEliminaCerto, ovviamente dipende dai punti di vista. :)
RispondiEliminaCorvo always rulez! :D
Ah, i corvi, che animali meravigliosi sono. Anche noi non siamo male però. Almeno, qualche corvo ogni tanto la pensa così ;)
RispondiEliminaCioè, tu dici che i corvi, guardando noi dall'alto dei loro lampioni, ogni tanto ci invidiano?
RispondiEliminaNo, solo capita che ce ne siano alcuni capaci di amarci
RispondiEliminasicuramente sanno farlo meglio loro che noi stessi.
RispondiElimina