E mi appresto a trasferirmi a Milano. Bisognerà superare il pregiudizio di fondo che un po’ tutti noi abbiamo nei riguardi di questa città. L’università è bella. Ma proprio bella bella, soprattutto se confrontata a quell’aborto pseudo-moderno di Palazzo Nuovo a Torino. Anche l’ambiente accademico non sembra male.
Mi mancheranno le serate torinesi, ecco. Ci ho messo tre o quattro anni ad ambientarmi, e ora mi devo dimenticare tutto e ricominciare. Dire bye bye ai Murazzi e buttare l’occhio verso i Navigli. Chissà se a Milano le ragazze lo sanno già, che la poesia è tornata di moda. Ho paura di no. Chissà se hanno più rispetto verso Darwin e la sua santa legge evolutiva. Chissà se ci sarà una nicchia biologica pronta ad accogliermi. Sono già stato fortunato a trovare una bella casa, in piazza Loreto. Ogni volta che ci passerò davanti rimembrerò quella bella violenza rivoluzionaria e partigiana, che non è male. C’è la metro sotto casa. I coinquilini mi piacciono. Poi ci saranno situazioni “strane” a Milano. Persone che vorrei vedere e non vedere allo stesso tempo. Il che mi lascia aperte parecchie strade. Il caffè a Milano non mi sembra un granché, e voi pochi lettori sapete quanto questo sia importante per me. Urge una spedizione per tutti i bar della città. Il duomo è bello, mi aveva detto il mio professore di Storia Medievale che dentro c’è un lampadario che viene direttamente da Cluny. Urge approfondimento. C’è una mostra di Dalì fino a gennaio. Ci sono tanti concerti. Urge un aggiornamento.
Sarò il vostro ambasciatore laggiù, oh amici torinesi. Vi dirò come sono le ragazze di Milano, cosa si beve lì, se anche lì si dice “preso bene” e “preso male” (le uniche due espressioni idiomatiche che sono entrate nel mio parlare senza particolari conflitti di coscienza linguistica), se la sera mettono musica reggae da qualche parte. Avrò di sicuro una bella colonna sonora, l’ultimo album degli Uochi Toki (un plauso per l‘abilità retorica nel cambio di soggetto).
“Cuore Amore Errore Disintegrazione”, uscito da pochi giorni, è un discorso sull’amore. O meglio, sulle relazioni interpersonali. O meglio ancora, sul rapporto fra il protagonista e le donne. Fin qui, nulla di strano; ma il tutto ha una compattezza concettuale e retorica tale da superare anche l’idea di concept album: già con “Libro Audio” gli Uochi Toki avevano provato a dare una direzione precisa al discorso; qui però tutto è coeso, è quasi un unico, lungo e diversificato brano (non a caso i titoli dei pezzi, uniti, formano una frase unica), grazie alla comunanza dei temi, all’andamento narrativo e alla reiterazione di immagini, concetti, situazioni.
Ok, non è il consueto Iudicium. Volevo solo rendervi partecipi di quanto fosse figo questo album. Approfondirò e scriverò, magari.
Sarò il vostro ambasciatore laggiù, oh amici torinesi. Vi dirò come sono le ragazze di Milano, cosa si beve lì, se anche lì si dice “preso bene” e “preso male” (le uniche due espressioni idiomatiche che sono entrate nel mio parlare senza particolari conflitti di coscienza linguistica), se la sera mettono musica reggae da qualche parte. Avrò di sicuro una bella colonna sonora, l’ultimo album degli Uochi Toki (un plauso per l‘abilità retorica nel cambio di soggetto).
“Cuore Amore Errore Disintegrazione”, uscito da pochi giorni, è un discorso sull’amore. O meglio, sulle relazioni interpersonali. O meglio ancora, sul rapporto fra il protagonista e le donne. Fin qui, nulla di strano; ma il tutto ha una compattezza concettuale e retorica tale da superare anche l’idea di concept album: già con “Libro Audio” gli Uochi Toki avevano provato a dare una direzione precisa al discorso; qui però tutto è coeso, è quasi un unico, lungo e diversificato brano (non a caso i titoli dei pezzi, uniti, formano una frase unica), grazie alla comunanza dei temi, all’andamento narrativo e alla reiterazione di immagini, concetti, situazioni.
Ok, non è il consueto Iudicium. Volevo solo rendervi partecipi di quanto fosse figo questo album. Approfondirò e scriverò, magari.
Sto ascoltando il nuovo degli 'Uochi Toki', son curiosa, contorta e convoglio tutti i generi musicali nella mia testolina. Dunque nonostante non sia proprio il mio genere, le parole suonano fuori e 'arredano il vuoto'! non lo ascolterei tutto insieme, ma a smozzichi sì! :)
RispondiEliminaIn bocca al lupo per Milano! Io l'ho amata e l'amo! Guardala con occhi da milanese "nuovo". Scoprila da solo, scendendo da un tram in pieno centro e aggirati come un lupo, prova tutti i caffè (non me li ricordo più, sinceramente) ce n'era uno buono in Brera, ma l'ultima volta che ci sono andata aveva chiuso :(, insomma gira gira gira! Da una scorsa veloce che ho dato al tuo blog, sei la persona adatta!
mi rincuori parecchio con queste parole! :) farò come dici, e sono sicuro che la mia spocchia si sentirà a suo agio in quel di Milano!
RispondiEliminaSi, i Uochi non sono nemmeno il mio genere, però sono davvero "densi"... da approdondire!
La parola Loreto mi fa sempre venire in mente una scena che non ha quasi nulla a che vedere con Milano, tanto meno con Uochi Toki, però c'entra un po' con le facolta (per il semplice fatto di essersi svolta dentro Palazzo Nuovo).
RispondiEliminaLezione di Metrica, si analizza Gozzano, precisamente il primo distico di "L'amica di nonna Speranza". La prof. con aria ridanciana chiede che cosa sia secondo noi Loreto impagliato, poiché ad un esame aveva sentito una risposta a suo dire "ineguagliabile". Prima che chiunque possa rispondere che si tratta del nome da pappagallo per antonomasia una ragazza dalla prima fila sbotta: "Ma certo, il riferimento è chiarissimo. Mussolini impiccato in piazzale Loreto". Uno dei momenti più esileranti di questi (primi) quattro anni a lettere..
"Milano e Vincenzo", la canzone di Fortis risuona nella mia mente così per caso:)... assapora la città come fosse un libro di cui non sei pienamente convinto ma che in fondo riuscirà a darti non poche piacevoli sorprese.
RispondiEliminaBaci
Milano è una città che accoglie. Una città da scoprire, discreta, elegante, con tante sfaccettature,un ricco carnet di iniziative culturali per persone esigenti e non. Ti ci troverai bene. Almeno lo credo.
RispondiEliminaa me Milano piace. anche se agli altri dico di no, perchè non mi và di sfatare il luogo comune che Roma sia l'unica vera città in cui vivere, se sei in Italia. molti romani credono così.
RispondiEliminaMilano è grigia, ma grigio è il mio colore preferito.
La gente sembra non avere mai tempo, alcuni angoli mi ricordano Parigi. e il caffè è molto buono. O almeno, al pari di quello romano
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