mercoledì 19 settembre 2012

"Atlas biri, dat n'a firi" I


Quando, negli anni ’70 del XVII secolo, i coloni Inglesi del Nuovo Mondo diedero agli Olandesi le terre intorno al fiume Suriname, coltivate ormai da una ventina d’anni a zucchero e tabacco, in cambio della più fredda, triste e scomoda Nuova Amsterdam (la futura New York), i fati, che con dita inesorabili muovono le fila dell’universo tutto, gioirono per il compirsi del loro volere.
I paesibassesi con indubbia lungimiranza cedettero quell’isoletta brulla e noiosa perché finalmente, dopo secoli di ricerca, avevano trovato una seconda patria, il Suriname, terra fertile e feconda, destinata a consegnare ai posteri onore e alla patria ricchezza.
Per carità, Manhattan – o come diavolo si chiamava allora – non doveva essere poi così male, ma Paramaribo, con l’arancione splendente delle sue Rupicole Peruviane, deve aver acceso il cuore degli Olandesi, ricordando loro il colore dell’amata patria bandiera.
Ebbene è lì, all’ombra di una Lacuma Mammosa o di una Copaifera Bracteata che ci piace immaginare Martin Van der Vattelapesca mentre scrive, dopo mesi di lontananza, una lettera alla sua amata…

Paramaribo, 19 settembre, a.D. 1683

Diletta Jacoba,
la vita lontana da Voi è ardua. Ancora non prendo abitudine delle miglia che si frappongono fra il mio e il Vostro cuore e ogni notte Vi porto dentro come il più dolce dei sogni. Tre sole cose mi sono di sollievo: il canto della rupicola al sopraggiungere dell’aurora (che mi rammenta il Vostro tossicchiare quando – ricordate? – siete stata tubercolotica, e passavamo interminabili pomeriggi a passeggio sui canali), le partite a dadi col Cappellano John e il fatto che, finalmente, i miei sforzi per produrre una buona birra vengono ripagati.
Ebbene si, Jacoba mia, finalmente una buona birra, di quelle che voi nel Vecchio Mondo bevete…! E qui, a miglia di distanza dall’Olanda, dal suo orzo, dalla sua acqua di fonte e dal Vostro cuore.
L’orgoglio della nazione, statene certa, sarà grande.
Mi resta di trovare un nome per questo nettare (c’è un ingrediente segreto, ve lo confesso… Ma la voglia di scrivervi ancora in futuro mi esorta a ritardare il disvelarsi del mistero); il Vostro è di certo troppo grazioso, per farlo finire sulle labbra e nelle gole di ogni lupo di mare che ne beva. Penso a qualcosa di universale, di terracqueo, che chiunque, con poca o punto cultura possa comprendere, un nome celebre, di Re o di Divinità…
Ditemi, se qualcosa vi viene in mente.
Vi penso sempre, Voi fate lo stesso, se ancora avete il bell’animo che ricordo.

Con sentimento, il Vostro

Martin Van der Vattelapesca

(Continua...)

1 commento:

  1. il 19 settembre 1692 Giles Corey viene pressato a morte dopo essersi rifiutato di dichiararsi colpevole durante il Processo alle streghe di Salem.
    Così, giusto a titolo informativo e per far da collante al vecchio post.
    Ben tornato, pigrone.

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