sabato 3 dicembre 2011

Meditatio de Autumno novo VII - inverno/inferno


Le temibili legioni romane erano solite riposarsi, in inverno. Contavano le campagne militari non in anni, ma in estati (Tacito, per esempio, ricorda che Vespasianus fortuna famaque et egregiis ministris intra duas aestates cuncta camporum omnisque praeter Hierosolyma urbis victore exercitu tenebat), e in latino il denomilane hiĕmo, “svernare”, è un termine tecnico del lessico militare.

Ora, non so se siano cambiati i tempi o se, come al solito, sono io che sono un po’ sfasato. Fatto sta che l’inverno che inizierà fra un paio di settimane si prospetta tutt’altro che pacifico. Innanzitutto per la sconsiderata idea di finire gli esami entro febbraio. Poi per i salti mortali che prevedibilmente farò fra Alba, Milano e Torino. Poi perché ho finito i soldi. Poi perché la tesi è ancora lì in un cassettino. Poi per mille altri casini piuttosto consueti.

Niente discorsi astrusi e finto-filosofici stavolta.

Vabbè, partire citando Tacito non è proprio una cosa normale, lo so.
Ma ammettere di avere qualche problema è il primo passo per guarire, no?

6 commenti:

  1. Ah, come la capisco, comandante! Combattiamo la stessa guerra, mi sa. ;)

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  2. Tu: "Ciao, sono Cawarfidae e ho un problema"
    E la legione in coro: "Ciao Cawarfidae!".

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  3. La concretezza che irrompe.
    Arriverà la primavera, coraggio. (e sarà peggio? Sono la solita ottimista, lo so!)

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  4. Stupendo!
    (tutto)


    Forse un po' meno il naso di Tacito.

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  5. ma se Vespasianus intra duas aestates ha occupato tutto tranne Gerusalemme, perché tu non dovresti farcela in un inverno o poco più?

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  6. @ tutti: OrsaBIpolare ha veramente centrato il punto. Non si può avere un naso (e una frangia) così e rovinare le sessioni degli esami a migliaia di persone.

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