giovedì 2 settembre 2010

Meditatio aestatis - V (speciale Darwin)


In Darwin magari non ci crediamo proprio tutti, però ci speriamo. Cioè, perlomeno io ci spero. Io che mi ritengo superiore al resto del mondo. Le mie doti fisiche, magari, non sono proprio da maschio alpha, ma bene o male dovrei essere sopra la media: sono un po’ più alto, sono un po’ meno grasso; nonostante la vista non proprio sviluppata, udito e gusto sono ottimi; non sono uno sportivo ma mi muovo più della maggior parte delle persone; i lineamenti del viso non sono in fondo così disprezzabili. Di doti intellettuali poi, non ne parliamo: sono simpatico, divertente, ho ottimi risultati scolastici, ho tantissimi hobby, scrivo e leggo molto, sono un appassionato di cinema, fumetti, arte, letteratura, scienza, storia, sono sensibile, ho un bel carattere, capisco le donne, sono estroverso, sono romantico ma mai sdolcinato, non sono geloso ma nemmeno troppo indulgente, so cucinare, sono un buon amante… Ecco, magari pecco di modestia, questo si. Ma siamo poi sicuri che sia davvero un peccato riconoscere la propria innegabile superiorità rispetto al resto del mondo? Io credo di no. E pensare che c’è gente che si sente anche in colpa quando, per qualche motivo, è migliore degli altri. O almeno finge di sentirsi in colpa. Fatto sta che se i meccanismi di selezione della specie così come Darwin li illustra fossero funzionanti, si aprirebbero due scenari:
  1. In breve tempo il genere femminile si accorgerà della mia ovvia egemonia e mi pregherà in ginocchio di donare il mio liquido seminale; se finora non è successo è solo perché o ero impegnato o distratto o perché la mia grandezza era ancora in nuce o semplicemente perché ancora non sapevo di essere il migliore;
  2. Sono assolutamente inattuale. Voglio dire, le mie buone doti di cui sopra, potrebbero non essere più indispensabili. E anzi, addirittura dannose. Perché? Perché non sono più compatibili con la società di oggi. D’altronde è lo stesso Darwin a metterci in guardia su questo: “non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”.
Insomma, come avrete capito – e converrete con me su questo – vedo più probabile la seconda opzione. E continuerò a starmene qui a guardare le ragazze migliori correre dietro alla feccia dell’umana stirpe, continuerò a borbottare, a bermi la mia birra ghiacciata e a leggermi Darwin.

9 commenti:

  1. non disprezzabile direi. Potrei tenerti in considerazione come donatore se la tua reattività intellettuale è buona come prometti :D

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  2. potrei farci qualche soldo, con la storia dell'inseminazione artificiale...

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  3. in generale alle mie congeneriche non importa granchè, noto, della selezione... forse proprio in virtù della tua fitness, per rimanere in tema, saresti sfavorito oggigiorno...

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  4. ah, ed è una cosa veramente disdicevole. tra un otto anni verrò a ricordarti che ti sei offerto donatore.^_^

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  5. Ripeto, cosa non farei per il buon Darwin! :)

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  6. beh visto che ti sento entusiasta e leggevo che sei di milano ti ricordo che il museo di storia naturale tiene una serie di conferenze due giovedi al mese dai temi evoluzionistici molto interessanti... se ti capita magari fatti un giro :) (si si faccio pubblicità!!!)

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  7. il mio spirito umanista potrebbe risentirne, ma quella scintilla di vetusta scientificità che giace nascosta da qualche parte ne sarebbe assai felice! Buono a sapersi, e grazie della dritta! Ma fai pubblicità perchè sei scienziata?

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  8. :D studio scienze naturali ma la mia scientificità rifugge tutto quello che rientra nell' ambito dell' infinitamente piccolo o del tutto invisibile come la matematica. E il mio potenziale passioni è ben suddiviso tra lo scientifico e l' umanistico in modo molto equilibrato. Faccio pubblicità solo perchè secondo me sono cose interessanti, non si sa mai :)

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  9. ottimo :) può assolutamente andare! Da aspirante filologo, mi piace assai la scienza imperfetta...

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